ShopDreamUp AI ArtDreamUp
Deviation Actions
Literature Text
«Lullaby? Sei qui?»
Un soffio di vento sulla nuca mi annunciò l'arrivo di Marisa. Girandomi incrociai il suo sguardo ceco, e quello bastò a farle percepire la mia presenza.
«Devo andare?» le chiesi.
Lei annuì. «C'è bisogno di te.»
Il primo bambino che andai a trovare era così piccolo che sembrava appena nato. Nonostante questo, quando mi vide sgranò gli occhi e lanciò gridolini di gioia, agitandosi vivacemente. Guardandolo, provai il desiderio di sorridere. Lo sollevai in alto e lui, a giudicare dalla risata, sembrò gradire. Poi lo presi tra le braccia e cominciai a cullarlo, canticchiando piano. Dopo pochi minuti chiuse gli occhi e si addormentò, respirando profondamente. Sospirai e capii che dovevo andare via.
«Perché la mamma piange?»
Quel bambino era un po' più grande del primo. Sedeva accanto a me, sul bordo del letto, e dondolava i piedi.
«È solo triste.» risposi.
«Ma ho fatto qualcosa di male? È tanto brutto...quello che sta succedendo?»
Sembrava davvero preoccupato, così gli accarezzai i capelli e dissi: «No, non hai fatto niente di sbagliato. E quello che sta succedendo non è una cosa brutta, in realtà. È solo...molto triste. Perciò lasciala piangere finché ne ha bisogno.»
Lui annuì, poi si posò una mano sul cuore.
«Quando la mamma piange...» disse «...mi fa male qui.»
«Un giorno non piangerà più.» lo rassicurai, continuando ad accarezzarlo. «Tu non devi essere triste. Dovresti rassicurarla, così presto starà meglio.»
Il bambino si alzò, si avvicinò alla madre le appoggiò una mano sulla schiena. «Non preoccuparti, va tutto bene.» lo sentii sussurrare. Poi tornò da me. «Sono tanto stanco...» disse. «È lontano il posto dove dobbiamo andare?»
«Sì, un po'.» risposi. «Ma non preoccuparti; ti porto io.»
Lo presi in braccio e lui appoggiò il capo sulla mia spalla.
«Ho sonno...»
«Allora ti canto una ninnananna.»
Intonando la mia dolce nenia, uscii dalla porta con il bambino, mentre, dietro di me, il suo cadavere giaceva tra le braccia dei suoi genitori...
Un soffio di vento sulla nuca mi annunciò l'arrivo di Marisa. Girandomi incrociai il suo sguardo ceco, e quello bastò a farle percepire la mia presenza.
«Devo andare?» le chiesi.
Lei annuì. «C'è bisogno di te.»
Il primo bambino che andai a trovare era così piccolo che sembrava appena nato. Nonostante questo, quando mi vide sgranò gli occhi e lanciò gridolini di gioia, agitandosi vivacemente. Guardandolo, provai il desiderio di sorridere. Lo sollevai in alto e lui, a giudicare dalla risata, sembrò gradire. Poi lo presi tra le braccia e cominciai a cullarlo, canticchiando piano. Dopo pochi minuti chiuse gli occhi e si addormentò, respirando profondamente. Sospirai e capii che dovevo andare via.
«Perché la mamma piange?»
Quel bambino era un po' più grande del primo. Sedeva accanto a me, sul bordo del letto, e dondolava i piedi.
«È solo triste.» risposi.
«Ma ho fatto qualcosa di male? È tanto brutto...quello che sta succedendo?»
Sembrava davvero preoccupato, così gli accarezzai i capelli e dissi: «No, non hai fatto niente di sbagliato. E quello che sta succedendo non è una cosa brutta, in realtà. È solo...molto triste. Perciò lasciala piangere finché ne ha bisogno.»
Lui annuì, poi si posò una mano sul cuore.
«Quando la mamma piange...» disse «...mi fa male qui.»
«Un giorno non piangerà più.» lo rassicurai, continuando ad accarezzarlo. «Tu non devi essere triste. Dovresti rassicurarla, così presto starà meglio.»
Il bambino si alzò, si avvicinò alla madre le appoggiò una mano sulla schiena. «Non preoccuparti, va tutto bene.» lo sentii sussurrare. Poi tornò da me. «Sono tanto stanco...» disse. «È lontano il posto dove dobbiamo andare?»
«Sì, un po'.» risposi. «Ma non preoccuparti; ti porto io.»
Lo presi in braccio e lui appoggiò il capo sulla mia spalla.
«Ho sonno...»
«Allora ti canto una ninnananna.»
Intonando la mia dolce nenia, uscii dalla porta con il bambino, mentre, dietro di me, il suo cadavere giaceva tra le braccia dei suoi genitori...
Literature
Le Roi Arthur, la critique
Le Roi Arthur, Critique du film
#MégaSpoilersAhead
#DitesPasQueJeVousAiPasPrévenus
#ÇaVaSaignerJeVousPréviens
#EtEnPlusYenADesPagesCestDireAQuelpointCestMauvais
Haaa, Guy Ritchie.. réalisateur éclectique s'il en est, connu surtout pour ses relectures des classiques ( Ses Sherlock Holmes) et par ses films pleins d'un humour noir et ciselés qui en font des pépites ( Je pense à Snatch et surtout Arnaques, Crimes et Botanique que j'avais adoré)
Et là j'ai envie de dire…
"Mais Guy, sérieux ? Sérieux Dude ? Il s’est passé quoi là? Quelqu'un a battu ton chien
Literature
Pourquoi j'aime les mechants
Il fut un temps où je craignais plus que tout la méchanceté. J’étais un jeune garçon, frêle et timide, qui baissait les yeux dès qu’on le regardait. J’éprouvais une profonde peur envers les communautés, envers les gens, de manière générale. Et tout le monde le savait, ça crevait les yeux. J’ai connu mon lot de méchanceté, comme tout le monde. Et je ne parle que de la méchanceté gratuite, par exemple celles des cours de récréation des collégiens. Le collège… Cette fameuse période qui transforme les person
Literature
Behind The Veil
There are some things that are not part of the world of the living; questions that should never be answered, places that should never be discovered. But there will always be fools who will try to. And those who do, suffer a fate worse than death. Worse than any torture ever conceived in the dark corners of the human mind.
One such place lies deep beneath the ground, in an unreachable cave. Its entrance hidden, invisible to everyone, except to those who are cursed. After a three-day descent towards the source of the foul air, wandering ever further from sunlight and its warmth, you reach a vast opening.
An empty hall, more grandiose in its s
Suggested Collections
...
© 2010 - 2024 JulietteSeven
Comments18
Join the community to add your comment. Already a deviant? Log In
Bello ma infinitamente triste.